martedì 1 aprile 2008

Il casco Gallet F1

Il casco Gallet F1
Il casco Gallet F1 è nato dagli studi compiuti all’inizio degli anni ottanta dalla società francese Gallet in collaborazione con la Brigade des Sapeurs Pompiers de Paris (Brigata Zappatori Pompieri di Parigi - BSPP). I vigili del fuoco francesi erano fino ad allora dotati del casco storico, l’Adrian metallico cromato di derivazione militare, rivelatosi nel tempo assai poco efficace nella protezione del capo dell’utilizzatore, sia per la scarsa capacità protettiva dagli urti, dovuta ad una bardatura interna primordiale, sia per l’inefficacia nella resistenza al calore, dovuta alla trasmissività del metallo di cui era composto, sia per l’assenza di una copertura per il viso, a cui si era tentato di sopperire con la realizzazione di visiere in rete metallica fittissima. Con questi dati alla mano i pompieri di Parigi, da sempre riferimento per i vari corpi dipartimentali del resto della Francia, diedero mandato ad alcune aziende di intraprendere ricerche per trovare un degno sostituto. Tra esse si segnala la Mispa, azienda italiana con sede a Torino, fabbricante del casco italiano in onorato servizio nel Corpo Nazionale dagli anni settanta al duemila; alcuni prototipi di Mispa vennero forniti ai vigili del fuoco parigini, superando tutti i test iniziali ma venendo poi surclassati dal neonato casco F1, nettamente superiore per molti aspetti.

(nella foto: pompieri di Parigi nella fase di test del casco Mispa, variante francese. I colleghi indossano il classico modello Adrian cromato).

Il prototipo numero 3 (numero 6 secondo altre fonti) del nascituro F1 in configurazione pressochè identica a quella definitiva è stato fornito per test operativi alla 1^ compagnia del 2° raggruppamento della Brigata di Parigi il 20 agosto del 1985. La produzione seriale del casco F1 è iniziata nella seconda metà del 1985, e non si è mai fermata. La prima produzione generò molti caschi difettosi che vennero ritirati in blocco dal servizio in quanto la cromatura di rivestimento si era dimostrata poco resistente alle braci incandescenti. Risulta difficile reperire un casco di quell’anno, in quanto la quasi totalità di quella prima fornitura è stata riconvertita a secchiello per champagne con taglio della calotta e rimozione della bardatura interna.

(nella foto: raro Gallet F1 di produzione 1985, da notare la forma arrotondata degli occhiali da taglio e l'assenza di scritte sui lati; negli anni successivi comparirà la decalcomania CGF Gallet.)

Il casco F1, progenitore di tutti i caschi di ultima generazione denominati di tipo “europeo” a differenziarli da quelli di tipo “americano” che lasciano scoperti orecchie, collo e nuca dell’utilizzatore e che quindi necessitano di paranuca tessili, ha introdotto concetti automobilistici, motociclistici ed aeronautici nei dispositivi di protezione individuale del capo per i vigili del fuoco, portando l’”integrale” a proteggere il pompiere nel suo lavoro, avvolgendone la testa fino alla base del collo e fornendo protezione anche laterale. I suoi discendenti, a partire dalle versioni aggiornate dell’F1, oltre al Rosenbauer Heros, il Draeger HPS 6100, il Sicor VF2 e VFR 2000, il Cromwell F600, il Pacific F7 e gli altri, hanno tutti tratto ispirazione da quel progetto “marziano” che precorreva i tempi, generando il casco che ha avuto maggior diffusione a livello mondiale e che tuttora spadroneggia sul mercato, anche dopo che la Gallet è stata acquisita dalla americana MSA, azienda leader mondiale nella protezione del corpo e nell’antinfortunistica. Tuttora l’F1 viene prodotto nella sede francese di quella che una volta era la CGF, Compagnie Géneral de France, a Châtillon sur-Chalaronne nella regione dell’Ain, e tuttora viene assemblato a mano stante la complessità delle componenti e la delicatezza delle operazioni da compiere ed impossibili da automatizzare. Gli americani benevolmente sbeffeggiano questo casco da astronauta, dall’alto del loro Cairns in cuoio cotto della tradizione, tuttora sul capo di tanti eroici pompieri negli Stati Uniti e ben impresso nelle immagini dell’11 settembre: non credo abbiano mai indossato uno di questi caschi, che pesa la metà del loro… Attualmente è diffuso in oltre 85 paesi, nella maggioranza dei paesi europei (anche in Italia: i corpi provinciali di Trento e Bolzano, autonomi rispetto all’amministrazione centrale, lo adottano), in Africa, Asia, Canada, Sud America.

Caratteristiche
(nella foto una immagine esplosa dei pezzi che compongono l'F1S)

Composto da una calotta nervata in poliammide plastico sottoposta a bagno galvanico ramato e successiva cromatura lucida in spessore (la esegue l'officina Gueneau di Oyonnax, in Francia) per fornire una straordinaria protezione al calore, e da una bardatura interna morbida con inserti in poliuretano rigido nei possibili punti di contatto con il capo dell’utilizzatore per una massima protezione dagli urti, ha un sottogola regolabile con mentoniera che permette di assicurare il casco dopo averlo indossato e limita al massimo i movimenti dello stesso nell’utilizzo operativo. Il volto viene protetto da una doppia visiera retrattile, la prima (totalmente trasparente, oppure al 9% di doratura secondo le prescrizioni dei paesi anglosassoni, oppure al 43% di doratura per tutti gli altri) a protezione integrale dell’intera superficie del viso, la seconda a protezione oculare contro la proiezione di corpi estranei, ad esempio in fase di taglio con motodisco.

Modelli
Il classico Gallet è il modello F1S che è disponibile nelle taglie dalla 50 alla 58; esiste la versione a calotta allargata, detta F1E, che copre le taglie dalla 58 alla 64. In Svizzera (vedi post sul casco di Ginevra) ed in alcuni altri paesi tra cui alcune regioni della Spagna, o il Liechtestein, si utilizza la versione del Gallet tagliata all'altezza dei lobi delle orecchie, detta F1SA: le normative locali impongono infatti di lasciarli scoperti per permettere di sentire la temperatura esterna e non avere sensazioni uditive sfalsate.

(nella foto: elmo F1SA dei Bomberos della Galizia, in Spagna)

Dal 2008 il classico F1S sta essendo sostituito dalla versione F1SF, conforme alla direttiva EN443-2008 (che detta i requisiti di rigidità e resistenza per i caschi dei Vigili del Fuoco), che copre le taglie dalla 53 alla 63.

(nella foto: MSA Gallet F1SF dei pompieri francesi)

Colori
Nella stragrande maggioranza dei compartimenti francesi si utilizza il casco in versione cromata; dagli inizi del 2000 il distretto di Yvelines, vicino a Parigi (nel cui territorio si trova la Reggia di Versailles) ha adottato i caschi Gallet in colore, rosso per i vigili, giallo per i sottufficiali, bianco per gli ufficiali, verde per il Servizio Sanitario e arancione per gli istruttori flashover; nel dipartimento di Var si stanno adottando gli stessi caschi, mentre nei dintorni di Strasburgo vengono adottati caschi Gallet fotoluminescenti: la ragione è che il casco cromo risulta essere in alcuni casi trasduttore di elettricità, facendo venire meno i requisiti di resistenza e protezione. In Gran Bretagna i caschi Gallet F1 seguono la colorazione classica, vale a dire giallo per vigili e qualificati, bianco per i graduati;

(nella foto: CGF Gallet F1S giallo della Fire Brigade delle Isole Scilly, la più piccola del Regno Unito, gestita solo da personale discontinuo, unica nel suo genere. Si noti la visiera dorata al 9% tipica dei paesi anglosassoni)

in Germania si utilizza il fotoluminescente, che al buio brilla di verde; in Grecia abbiamo il cromato con blasone oro in rilievo; in Portogallo ci sono in giallo, rosso e bianco (pompieri, qualificati e graduati);

(nella foto: il magazzino dei Bombeiros di Maceira, in Portogallo.)

in Belgio si usano prevalentemente il bianco e il fotoluminescente, come in Olanda, dove però esiste anche la variante nera; in Lussemburgo i pompieri professionali della città usano anch'essi il Gallet fotoluminescente, mentre i volontari delle zone rurali hanno Gallet cromo con il blasone adesivo e la scritta G. D. Luxembourg sulla classica placca oro Sapeurs Pompiers; in Spagna si usa prevalentemente il casco Gallet nero, come nel caso di Madrid, con varianti in cromo (come per esempio nel Principato di Andorra, dove ha sostituito il vecchio MSA).

Il sito della MSA Gallet

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve sono un collezionista di caschi ed elmetti, sono in possesso di un casco Mispa di color grigio lucido datato 1982, potrebbe trattarsi di un casco utilizzato dai pompieri francesi?

firehelmetcollection@gmail.com ha detto...

Salve, in prima battuta direi di no, il casco sperimentato dai pompieri francesi era infatti di color rosso mattone. Sarebbe interessante vedere una foto del suo casco, potrei forse esprimermi con maggior cognizione di causa. Grazie!
La foto è inviabile a firehelmetcollection@gmail.com