Il Libano (al-Jumhūriyya al-Lubnāniyya, o "Repubblica libanese") è uno Stato del Vicino Oriente che si affaccia sul mar Mediterraneo, confina a nord e ad est con la Siria e a sud con Israele. La superficie dello stato è di circa 10.500 km quadrati. Qui la lingua ufficiale è l'arabo: tuttavia l’arabo parlato correntemente dalla popolazione libanese differisce dall’arabo standard utilizzato nella forma scritta, e viene detto “arabo levantino” praticamente una lingua a parte; il francese costituisce la seconda lingua più diffusa. La città di Beirut è la capitale: essa conta circa 1.200.000 abitanti all'interno dei confini amministrativi, che diventano oltre due milioni sull’intera area metropolitana. Anche se la guerra civile libanese l’ha pesantemente disastrata, Beirut è tornata ad essere la principale piazza finanziaria, bancaria, assicurativa e commerciale del Vicino Oriente, da cui il suo soprannome di “Svizzera d’Oriente”; la città è inoltre centro culturale, accademico e turistico di grande rilevanza. I quindici anni di guerra civile, tra il 1975 e il 1990, sono stati i più bui della millenaria storia della città: Beirut è diventata il campo di battaglia principale della guerra. Oltre che subire gli scontri tra le milizie cristiane e musulmane, Beirut venne anche bombardata dall'esercito israeliano nell'intento di snidare il comando dell’OLP di Yasser Arafat che si era rifugiato proprio nella capitale libanese. Dopo un quinquennio di scontri Beirut è stata quasi totalmente rasa al suolo; negli ultimi anni tuttavia una imponente campagna di ricostruzione l’ha fatta rinascere, restituendole buona parte della bellezza che la contraddistingueva.
A Beirut nella gestione delle emergenze troviamo la Beirut Fire Brigade, il servizio antincendio che in Libano è su base comunale, nelle quattro caserme di Al Bachoura, Beirut centrale, Karantina Stadium e St. Michel Dora, e la Civil Defence che ha sedi ad Al Bachoura, Ashrafieh, Beirut centrale, Bourj Hammoud, Burij el Barajneh, Jdeide, Sed el Bauchrieh e Tarik al Jadida. Queste due organizzazioni collaborano e si supportano a vicenda nelle gestioni degli incendi e degli eventi calamitosi, aggravati dai conflitti che ciclicamente affliggono questo meraviglioso Paese. Il corpo pompieri di Beirut è il più antico in tutto il Libano, essendo stato istituito negli anni venti del ‘900 con personale proveniente dalla Guardia cittadina; nella seconda guerra mondiale ha avuto grande importanza, suggellata dall’acquisto di nuovi mezzi e dall’aumento della sua pianta organica, che ha unito all’aggiunta di una componente volontaria l’arrivo di numerosi membri provenenti dall’esercito. Oggi la BFB conta teoricamente su 850 membri, che nella realtà sono poco più della metà, a causa della scarsità di risorse del Comune; lo stipendio di un vigile è attorno a 600 dollari al mese.
Il casco in collezione è un elmo di evidente derivazione militare, si tratta infatti del casco francese S.I.A. modello 51. Risale agli anni della truce guerra civile, e ne porta evidenti i segni nelle vistose ammaccature che lo affliggono; dopo aver servito l’esercito è passato, non prima di una veloce ripittura in rosso, ai vigili del fuoco. In quegli anni la protezione del capo del vigili doveva avere una componente militare ben prima che antincendio; il rischio maggiore era infatti quello di prendersi una scheggia di granata ben più che avere danni dal calore: ecco allora il riutilizzo di questo casco, in pesante metallo con sottocasco in fibra. Sul frontale spicca la scritta, in caratteri arabi dipinti in bianco, “IDFAHER” che significa “servizio antincendio” (si veda in proposito il casco siriano di Damasco), ed è uno dei tanti caschi che porta in sé una storia tragica: è stato sicuramente usato intensamente, accompagnando il prode Vigile libanese nella sua missione a volte di salvataggio ma purtroppo più spesso di recupero e ricomposizione di poveri corpi. La foto è di James Case, fotografo al seguito dei Marines inviati in contingente di pace insieme a militari italiani e francesi nel 1982, e riprende la cosiddetta “Linea rossa” che divideva i due settori della città.
http://www.beirut.gov.lb/
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