mercoledì 30 marzo 2011

Il casco italiano CGF Gallet F1S del GEF






Il traforo stradale del Frejus è un tunnel che collega la Francia con l'Italia e si snoda fra le città di Modane e Bardonecchia; è uno dei principali collegamenti transalpini insieme al tunnel del Monte Bianco, in Valle d’Aosta. Parallelamente corre l’omonimo traforo ferroviario. Ha un'estensione pari a 12,870 km (di cui 6,8 km in territorio italiano) ed è entrato in servizio il 12 luglio 1980 (mentre la galleria ferroviaria fu aperta al traffico quasi un secolo prima, nel 1871). È gestito da due società, una francese (SFTRF) ed una italiana (SITAF) che insieme formano un Gruppo Europeo di Interesse Economico e sono incaricate della logistica del suo funzionamento, tra cui la garanzia di un presidio antincendio aziendale permanente. Il tunnel è collegato alla viabilità ordinaria tramite l’autostrada Torino - Bardonecchia (A32) e la statale 335 che sale da Oulx dal versante italiano, mentre sul lato francese è raggiungibile tramite Route Nationale o tramite l’Autoroute de la Maurienne, collegata all'autostrada per Lione e da qui a tutto il sud est della Francia e alla vicina Svizzera. Nei primi 20 anni di esercizio ha visto il passaggio di oltre 20 milioni di veicoli.

In seguito al tragico incidente occorso nel traforo del Monte Bianco nel 1999 la sicurezza della galleria del Frejus è stata grandemente rinforzata, dotandola dei più moderni mezzi di segnalazione di fumi e fiamme, tra cui il sistema D.A.I. (che rileva attraverso videocamere poste all'interno del tunnel il rallentamento dei veicoli, il bagliore di fiamme e la presenza di fumi) e sensori di temperatura posti ad intervalli ravvicinati lungo tutto il percorso. È installato anche un sistema di idranti (uno ogni circa 130 metri) alimentato da serbatoi d’acqua. Sono inoltre presenti lungo il percorso ben 11 rifugi dotati di collegamenti telefonici ed altoparlanti e serviti da un condotto di ventilazione di aria pura, separati ciascuno da due porte tagliafuoco collegate a sensori di temperatura. Sono stati infine realizzati due avveniristici portali termografici ai rispettivi ingressi, in grado di segnalare se nei mezzi pesanti in transito sono presenti fonti di calore anomale. Tutti i segnali ed allarmi vengono monitorati da una sala comandi unificata, detta Posto di Controllo Centralizzato, deputata anche alla gestione dei soccorsi, coordinando le squadre aziendali con i servizi nazionali (115 e 118). Il servizio antincendio è composto da quattro squadre di intervento, di cui due dislocate sui piazzali di ingresso in territorio italiano e francese; altre due sono all'interno della galleria, entrambe a circa quattromila metri dagli imbocchi (ognuna a circa un terzo della lunghezza). Vi sono in servizio, suddivisi in turni di otto ore, 55 vigili del fuoco aziendali per la parte francese e 50 sul versante italiano, oltre a 3 formatori nella struttura di addestramento in incendio tunnel, all’avanguardia in Europa, realizzata a fianco del piazzale di Modane sul lato francese. Hanno in dotazione mezzi appositamente strutturati per la particolarità dell’eventuale intervento che sono chiamati a svolgere. Le punte di diamante del servizio sono i “Titan”, localizzati nei presidi all’interno del Tunnel: equipaggiati con termocamere fisse, cabine pressurizzate, alimentazioni d’aria per il motore, 4 ruote sterzanti con pneumatici pieni antiforatura, lama d’acqua sui cristalli per renderli resistenti alle temperature, autoprotettori collegati a impianto aria centralizzato, lancia schiuma sul tetto brandeggiabile dalla cabina; hanno un equipaggio di 2 vigili (la fotografia del mezzo Titan è tratta da qui). Sui piazzali esterni operano due APS anch’essi modificati per il servizio in galleria e in grado di ospitare fino a 6 vigili, due mezzi “Orthros” dedicati all’evacuazione con doppia cabina e cellula pressurizzata, altri due veicoli di evacuazione leggeri del tipo Iveco Daily cabinato lungo con maschere di auto protezione e due quad con autoprotettore e riserva estinguente (tipo F500 ad alto potenziale).

I vigili aziendali del GEF, Groupe d’Exploitation du Tunnel du Fréjus (Gruppo di sviluppo del Tunnel del Frejus) utilizzano il casco Gallet F1 già visto in molti altri post; quelli italiani nel raro e singolare colore arancione fluo, mentre quelli francesi nella variante classica in cromo. Entrambi hanno la placca tradizionale dei pompieri d’Oltralpe, con la scritta Sapeurs Pompiers e i rami di alloro (scienza) e quercia (forza), simboli delle virtù dei Vigili del fuoco; su questa si trova applicato il meraviglioso fregio della sicurezza del Tunnel, realizzato in fusione metallica smaltata con il simbolo del Traforo, una stella alpina stilizzata e la scritta “GEF Securité Sicurezza”, rara variante che contraddistingue questi pochi, ultra specializzati pompieri addetti a proteggere un’attività cruciale e ad alto rischio. Qui è raffigurato con i suoi due principali strumenti di intervento, vale a dire la maschera ARI e la torcia di illuminazione, visto l'ambiente buio e potenzialmente saturo di fumo in cui si può trovare ad operare il vigile che lo indossa.

Il centro di addestramento alle tecniche di spegnimento in tunnel ha un ottimo sito, che si trova qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande super Paolo!!!!!!!!!!!!!yl

Anonimo ha detto...

Sorry!...non mi ero firmato!...B.B.