giovedì 2 maggio 2013

Il casco argentino Bullard PX di Buenos Aires





L'Argentina è uno Stato dell'America meridionale e fa parte dell'America Latina: viene formalmente chiamata Repubblica Argentina. Confina a ovest e a sud con il Cile, a nord con la Bolivia e il Paraguay, a nord-est con il Paraguay e il Brasile, a est con l'Uruguay e l'Oceano Atlantico; oltre un terzo della popolazione è concentrato nella capitale Buenos Aires che ha più di tre milioni di abitanti che diventano 15.000.000 nella sua provincia. Dal punto di vista politico è una repubblica federale composta da 23 province (provincias) ed un distretto federale, le cui competenze sono quelle di stati federati. Il nome "Argentina" deriva dal latino argentum (argento), quando i primi conquistadores spagnoli scoprirono il Río de la Plata rimasero sbalorditi dai suoi riflessi argentei e da alcuni ricchi ritrovamenti (in spagnolo, Rio de la Plata significa 'Fiume dell'Argento'). Dopo la crisi economica del 2001 l'economia e governo si sono stabilizzati ed oggi l'Argentina è uno Stato dal forte sviluppo economico: i suoi circa 40 milioni di abitanti godono di un indice di sviluppo umano, reddito procapite, livello di crescita economica e qualità della vita che pone la nazione come una delle più sviluppate dell'America Latina. Dal 1976 al 1983 le forze armate detennero il potere per mezzo di una giunta auto incaricatasi del cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale; il governo militare represse l'opposizione, sia da parte dei gruppi di sinistra che dai peronisti, utilizzando metodi improntati all'illegalità dando inizio a quella che sarebbe passata alla storia come la Guerra Sporca: migliaia di dissidenti furono fatti scomparire. Nel periodo della dittatura 30.000 persone scomparvero creando il fenomeno dei "desaparecidos", di cui sono state mute ma coraggiose testimoni le Madri di Plaza de Mayo che ogni domenica sfilavano sotto le finestre del Potere per chiedere notizie dei loro congiunti scomparsi.

In Paesi come Ecuador, Perù, Cile e Paraguay vige il servizio antincendio su base esclusivamente volontaria, in cui i membri dei Corpi non ricevono retribuzione per la loro attività, al massimo contributi per l’acquisto di mezzi e materiali; in Argentina come in Costa Rica e nella Repubblica Dominicana a questi si affiancano i Corpi di Pompieri delle principali forze di sicurezza (Polizie provinciali, Polizia nazionale, Prefettura navale). I volontari sono una unica istituzione giuridica divisa in Compagnie e Corpi provinciali, e si basano su donazioni, sgravi fiscali, raccolte di fondi in occasione di feste, contributi economici diretti dei volontari, delle loro famiglie e dei sostenitori oltre a ricevere, in qualche caso, erogazioni di fondi pubblici per comprare materiale, equipaggiamento, mezzi e sostentamento del personale; coprono l’80% del territorio e per la maggior parte sono inquadrati nel C.N.B.V.R.A. (Consiglio Nazionale dei Pompieri Volontari della Repubblica Argentina). Funzionano come associazioni civili indipendenti senza fine di lucro, e soprattutto nelle maggiori città, hanno un nucleo di personale retribuito che organizza il servizio e tiene le fila dei ranghi volontari. La storia dei pompieri volontari argentini iniziò il 2 giugno 1884 con un emigrante italiano, Tommaso Liberti, che allo scoppiare di un incendio in un edificio sito nel vicolo – barrìo – della Boca insieme a un gruppo di volenterosi formò una catena umana a partire dal vicino rio e iniziò a gettare secchi d’acqua fino ad estinguerlo. In calle Brandsen 567 si costituì il primo distaccamento di pompieri al motto "Querer es poder", volere è potere; da allora il 2 giugno è la Festa nazionale del pompiere volontario. Nel 1885 i pompieri, che nel frattempo si erano assai diffusi sul territorio, affrontarono il primo grosso incendio, quello della fabbrica di vele di Barracas, ed in quell’occasione vennero donate dal municipio due pompe antincendio a vapore, utili a combattere il fuoco in quartieri allora quasi interamente costruiti in legno e lamiera. Nel 1954 nacque la Federazione Nazionale dei Pompieri Volontari per dare assetto alle organizzazioni esistenti; oggi il "Sistema Nazionale dei Pompieri Volontari" copre il 90% del territorio argentino da Ushuaia, che è la città più australe del mondo, fino a Jujuy situata all’estremo confine nord. Più di 40.000 Vigili del Fuoco si distribuiscono in 660 Compagnie sparse sul territorio, inclusa la conurbazione bonaerense, fornendo le loro prestazioni su base gratuita e volontaria. Nel 1994 la storia viene segnata dalla “tragedia dei piccoli pompieri”, quando un gruppo di giovanissimi aspiranti pompieri tra 11 e 15 anni di età, intenti a spegnere un incendio boschivo, a causa del variare del vento che spinse e alimentò le fiamme fino a circondarli, lasciò sul terreno i corpi di 25 ragazzini; al loro funerale parteciparono più di 10.000 persone. 

La Bullard, nota ditta americana già vista a proposito del casco dell’Arabia Saudita, produce l’ottimo modello PX ritratto nella fotografia, in uso alla maggioranza dei pompieri argentini, nel colore giallo con il distintivo in oro, metallico applicato o verniciato, che riporta le asce incrociate sotto la granata fiammeggiante, simbolo dei pompieri volontari argentini. Il casco viene realizzato con una calotta termoplastica e valido schermo oculare R330 a correzione ottica che elimina le distorsioni dovute alla sua curvatura permettendo una agevole visione all’operatore senza stancarne gli occhi. Data la sua concezione “americana” non prevede attacchi per la maschera respiratoria a bordo casco ma la stessa viene indossata coi suoi sospensori e successivamente il casco viene calzato al di sopra, regolando agevolmente la bardatura interna con la grande rotella nucale, utilizzabile anche indossando gli obbligatori guanti ignifughi. La foto in ultima posizione ritrae l'armadio partenze di una caserma, dove i vigili ripongono il loro equipaggiamento da intervento pronto per essere indossato quando arriva la chiamata e suona la campana dell'allarme, con il camion che sta sgasando nel piazzale, davanti alle rimesse. Quando l'ultimo è salito parte la sirena e si va ad affrontare l'ennesima emergenza, domandandosi se "è uno buono", nello stesso identico modo in ogni parte del mondo: meraviglioso mestiere quello del pompiere, inutile negarselo.

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