venerdì 4 marzo 2016

Il casco nazionale tunisino Gallet F1S






La Tunisia, ufficialmente Repubblica Tunisina (el-Jomhūriya it-Tūnisiya), è uno Stato del Nordafrica bagnato dal mar Mediterraneo e confinante con l'Algeria ad ovest e la Libia a sud e a est. Si ritiene che il suo nome, Tūnus, abbia origine dalla lingua berbera, con il significato di promontorio, o, più probabilmente, "luogo in cui passare la notte". Il francese e l'italiano sono lingue molto diffuse, e sono utilizzate nella pubblica amministrazione, nell'istruzione superiore e nel commercio. ll 40% della sua superficie è occupato dal deserto del Sahara, mentre gran parte del territorio restante è composta da terreno particolarmente fertile; possiede inoltre circa 1.300 km di coste facilmente accessibili. Il Paese, è piccolo ed ha una popolazione di circa 11 milioni di abitanti, con una grande percentuale, oltre un milione, che vive all’estero, principalmente Francia e Italia: vale la pena di ricordare che, come gli altri Paesi del Maghreb, dal 1881 al 1956 la Tunisia, pur formalmente retta dal Bey o Signore di Tunisi, fu soggetta al protettorato francese. Oggi Tunisi, capitale del governatorato omonimo, è una città di 728.453 di abitanti che diventano 2.321.227 se si considera l'area metropolitana, numeri che la rendono, oltre che la città più popolosa  della Tunisia, anche la maggiore dell'Africa settentrionale.

In Tunisia i pompieri appartengono all’Ufficio Nazionale della Protezione Civile, e fanno parte delle forze di sicurezza del Ministero dell’Interno. Vi è una organizzazione centrale nazionale, che tra le altre cose gestisce il Centro di formazione nazionale di Naassen, e 24 direzioni regionali, che sovrintendono 35 stazioni di intervento, una brigata speciale di salvataggio e USAR, 19 centri di soccorso secondari e dieci posti avanzati dislocati nelle maggiori imprese private a maggior rischio di incendi. Il personale in uniforme si divide tra gli ufficiali che vanno da sottotenente a colonnello, i sottufficiali da sergenti ad aiutanti capo (il nostro Capo Reparto Esperto), mentre la base è composta da caporali e caporali superiori, per dare loro importanza gerarchica in caso di interventi congiunti con altre Armi statali. Hanno un ricco parco mezzi che vanno dai mezzi di soccorso sanitario, sia medicalizzati che di base, ai mezzi di estinzione (APS, ABP, ecc.) a quelli di soccorso (autoscale, gru, mezzi polisoccorso). A ciò si unisce la preziosa opera di prevenzione degli incendi, svolta tutti i giorni dai pompieri tunisini in affiancamento all’instancabile opera di soccorso e protezione dagli incendi.

Anche i pompieri tunisini, come gli altri di ascendenza francofona, negli anni sono passati attraverso i caschi Adrian per approdare al ben noto e diffuso elmetto Gallet F1, nella versione cromata di indubbio fascino estetico, oltre che funzionale: si vedano in proposito i due caschi già illustrati in precedenza, quello dell'Algeria e quello del Marocco, quest'ultimo in fase di aggiornamento con l'arrivo di un nuovo splendido esemplare. La particolarità del casco in collezione è la rara placca con fregio in rilievo, dotazione dei pompieri di questo Paese oltremare così vicino a noi, in cui troviamo raffigurato il simbolo dell’ente di appartenenza. Questo è composto dalla cartina stilizzata del Paese ai cui lati sono posti un ramo di ulivo e una spiga di grano, in sommità reca la mezzaluna con la stella ed al centro gli strumenti del lavoro, vale a dire la lancia antincendi e l’ascia sormontate dal profilo del vecchio casco Adrian oggi solo più destinato alle parati; in ultimo nel cartiglio si trova la scritta “Corpo Speciale Vigili del Fuoco” e la scritta "Allah è Maometto". Questo fregio viene montato sulla placca classica dei Sapeurs Pompiers in cromo, come il casco e costituisce un raro e interessante pezzo della collezione, testimonianza del servizio di questi fratelli a noi così vicini. Nella fotografia, presa da qui, si notano due sapeurs tunisini in intervento, del tutto paritetici nonostante l’ufficiale, mostrato sulla destra, appartenga al sesso femminile, retaggio dell’apertura e della laicità che, da sempre, contraddistinguono questo popolo. Qui si trova il sito dell’Ufficio di protezione civile.

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