mercoledì 15 gennaio 2025

Il casco italiano Rosenbauer di Milano

 







Milano è un comune italiano di 1.369.875 abitanti, capoluogo della regione Lombardia e dell'omonima città metropolitana, centro di una delle più popolose aree metropolitane d'Europa, che nel suo complesso supera i 7.400.000 abitanti; è inoltre il secondo comune più popoloso d'Italia, dopo Roma. Il mito vuole che sia stata fondata intorno al 590 a.C. da una tribù celtica facente parte del gruppo degli Insubri e appartenente alla cultura di Golasecca. La città fu conquistata dagli antichi Romani nel 222 a.C.; con il passare dei secoli, Mediolanum accrebbe la sua importanza sino a divenire capitale dell'Impero romano d'Occidente; nel 313 d.C. fu promulgato l'editto di Milano, che concesse a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di culto. Dal XII fino al XVI secolo, Milano fu una delle più grandi città europee e un importante centro commerciale, divenendo così capitale del Ducato di Milano, che fu una delle maggiori forze politiche, artistiche e della moda nel Rinascimento. All'inizio del XVI secolo, però, perse l'indipendenza a favore dell'Impero spagnolo per poi passare, quasi due secoli dopo, sotto la corona austriaca; grazie alle politiche asburgiche, Milano divenne uno dei principali centri dell'illuminismo italiano. Capitale del Regno d'Italia napoleonico, dopo la Restaurazione fu tra i più attivi centri del Risorgimento, fino al suo ingresso nel Regno d'Italia sabaudo. Principale centro economico e finanziario della Repubblica Italiana, Milano ne guidò lo sviluppo industriale, costituendo con Torino e Genova il cosiddetto Triangolo industriale, in particolar modo durante gli anni del boom economico, quando la crescita industriale e urbanistica coinvolse anche le città limitrofe, creando la vasta area metropolitana milanese. In ambito culturale, Milano è il principale centro italiano dell'editoria ed è ai vertici del circuito musicale mondiale grazie alla stagione lirica del Teatro alla Scala e alla sua lunga tradizione operistica. È inoltre tra i principali poli fieristici europei, vantando con due esposizioni universali ospitate (Expo 1906 e 2015), e del disegno industriale; è considerata anche una delle capitali mondiali della moda. Nel 2009 fu capitale europea dello sport. Milano è una delle mete del turismo internazionale, infatti figura tra le quaranta città più visitate al mondo, attestandosi seconda in Italia dopo Roma e sesta nell'Unione europea. Milano è considerata una città globale per il suo notevole impatto economico.

L'esistenza dei Collegi, Corporazioni di Fabbri e dei Centonari di epoca imperiale romana in Milano è stata accertata da lapidi conservate nel museo archeologico del Castello Sforzesco, una delle quali è stata rinvenuta nel 1619; vi si legge: “Lucilio Domestico, piange la perdita del figlio incomparabile, che era aiutante (ufficiale) della centenaria III, morto nel fiore della giovinezza a ventotto anni”. Le disposizioni scritte negli antichi Statuti milanesi del 1502 risultano essere abbastanza simili alla organizzazione della repubblica romana: in essi si faceva obbligo ai facchini brentatori di accorrere per l'estinzione degli incendi: i “brentatores” erano divisi secondo le undici porte della città (passi) nei pressi delle quali erano obbligati a stazionare: Porta Nuova, Garibaldi, Venezia, Ticinese, Sempione, Romana, Volta, Magenta, Vittoria, Lodovica e Vigentina. L'allarme per incendio veniva dato dalla campana del Broletto che suonava a stormo. È stato nel 1811 che Eugenio Napoleone di Beauharnais ha effettivamente istituito una compagnia di zappatori pompieri in Milano. Le cronache riferiscono che, mentre Napoleone presenziava ad un ballo dell'ambasciata d'Austria a Parigi, mentre nel cuore della notte mentre fervevano le danze, scoppiò un furioso incendio nello stesso palazzo dell'Ambasciata. Si ebbero a lamentare varie vittime anche tra i familiari dell'ambasciatore d'Austria, e Napoleone poté costatare di persona l'insufficienza dell'organizzazione pompieristica parigina. Pochi giorni dopo fu istituito il reggimento dei pompieri di Parigi e analogamente a Milano nonché nelle altre città dell'impero napoleonico vennero costituite analoghe organizzazioni. L'organico della compagnia zappatori pompieri all'atto della sua nascita era composto da un capitano, 2 tenenti, una guardia magazzino e furiere, 4 sergenti, 14 caporali e vice caporali ed una base di 62 pompieri All'inizio gli zappatori pompieri vennero alloggiati nell'ex convento di S. Eustorgio, i cui locali vennero anche adattati ad alloggiare le famiglie degli ammogliati, e per il funzionamento delle officine. Vi erano inoltre i servizi di guardia distaccati nella città, presso la Corte di Palazzo Reale, la Commenda a Porta Romana, al Passetto di Porta Comasina. Inoltre vigevano presidi incendi nei Regi Teatri alla Scala ed alla Cannobbiana nelle ore di spettacolo. Dall'ex convento di S. Eustorgio gli Zappatori Pompieri passarono nel 1812 al locale delle Grazie; successivamente traslocarono nel 1872 in quello di S. Gerolamo e finalmente nel 1885 nel fabbricato di via Ansperto, che attualmente è utilizzato come sede della Direzione regionale dei vigili del fuoco della Lombardia. Nel 1906, in occasione del Concorso internazionale, Milano vantava una solida organizzazione antincendi ammirata da visitatori italiani e stranieri. Infatti oltre alla caserma di via Ansperto esistevano già due posti distaccati di vigilanza dotati di traino a cavalli: in via B. Marcello e in Porta Romana; inoltre nel recinto dell'esposizione vi erano due altri posti di vigilanza con traino a cavalli: uno alla sezione di P.zza D'Armi e l'altro alla sezione del Parco; non contando i due posti di vigilanza corredati con materiale trainato a braccia e dislocato a Palazzo Marino ed a Porta Genova. Secondo il principio di far giungere il più sollecitamente possibile i soccorsi sul luogo dell'incendio, fissato il limite di cinque minuti circa come massimo intervallo fra la chiamata e l'arrivo del soccorso, la città fu in seguito divisa in sei zone: una centrale e cinque periferiche aventi ciascuna un raggio medio di azione di circa 2 chilometri: la zona centrale, servita dalla caserma di via Ansperto; coadiuvata poi da casermette di supporto: la prima sui bastioni di Porta Romana, la seconda in via B. Marcello, la terza in via Sardegna, la quarta in via Monviso e la quinta a coprire i quartieri di Porta Genova e Porta Ticinese, in via Carlo Darwin. Ogni caserma era dotata di un carro autopompa di primo soccorso, una scala aerea girevole di salvataggio, una pompa a vapore ed una lettiga a cavalli. Un giorno importante da ricordare è il 19 novembre 1922, in quella data vi fu l'emanazione di una delibera comunale che sciolse ufficialmente il Corpo dei Pompieri di Milano per motivi "politici". Si costituirà quindi un Corpo Provvisorio nell'attesa di nuove e mirate assunzioni. Col passare degli anni il Corpo di Milano, come tutti i Corpi delle altre città, subirà alcune trasformazioni passando da Corpo Comunale a Corpo Provinciale e sfocerà nell'attuale Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Infatti fino al 1935 i pompieri furono dipendenti comunali, poi in quell'anno il Ministero dell'Interno impose a tutte le città con oltre 40.000 abitanti di formare i Corpi pompieristici e così nacquero i Comandi Provinciali (52° Corpo quello di Milano). Nel 1938 con una legge apposita si cambiò il nome "pompiere" con quello di "Vigile del Fuoco" coniato dal Vate, Gabriele D’Annunzio. Nel 1941, in piena guerra, i Corpi Provinciali furono sciolti e inglobati nel nuovo costituito Corpo Nazionale alle dipendenze del Ministero dell'interno.

Milano fece parte del Regno Lombardo-Veneto, una regione amministrativa dell'Impero austriaco, esistito dal 1815 al 1866, ed il casco in collezione risente degli influssi che sono perdurati fino alla fine del XIX secolo; non è infrequente infatti ritrovare nelle forniture di materiale pompieristico, accanto a scorte di produzione italiana, altre di origine mitteleuropea. Tra queste si riscontrano principalmente quelle provenienti dalla ditta Rosenbauer, fondata a Linz nel 1866 da Johann Rosenbauer con lo scopo di produrre e vendere attrezzature antincendio, tra cui caschi venduti in tutta Europa, Italia compresa, come testimonia un catalogo in italiano diffuso dalla Ditta per attrarre clienti tra i servizi antincendi del nostro Paese (le ultime due immagini sono tratte dalla Bibbia dei caschi italiani, la summa dei copricapi antincendio dalle origini ad oggi, dal titolo: "I Vigili del Fuoco italiani e i loro elmi" redatto con grande competenza e perseveranza dal CRE Claudio Masina, purtroppo esaurito presso l'editore e reperibile solo sul mercato dell'usato). Il casco in collezione è in cuoio, munito di vistosa e robusta cresta in sommità con due paracolpi, anch’essi in ottone, che discendono sui lati, il tutto fissato con bulloni a testa tonda; vi è inoltre un profilo di protezione del bordo inferiore anch’esso in ottone, ed il sottogola è dell’affascinante tipologia a coda di aragosta, formata da piastre metalliche in parziale sormonto, utilizzata per contraddistinguere i caschi dati in dotazione agli ufficiali; sul frontale si trova il fregio comunale in lamierino di ottone stampate e fissato al casco con bulloni passanti con il blasone di Milano, la corona in sommità, due asce intrecciate e corona di alloro con festone, che dagli anni ’20 venne implementato aggiungendo un piccolo fascio littorio. (Nota: questo blog non intende supportare né avvallare ideologie ed ideali la cui apologia costituisce reato, ma semplicemente fornire una documentazione storica di un periodo passato della Storia nazionale). In base agli elementi riscontrati si può quindi ipotizzare un casco databile tra fine ‘800 ed inizio ‘900 di difficile reperibilità e non comune ottimo stato di conservazione, che va ad arricchire la collezione con un pezzo molto interessante.

A questo link si trovano molte informazioni utili e curiosità che mi hanno permesso di redigere la descrizione della Storia del Corpo di Milano.

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