martedì 16 giugno 2009

Il casco turco Kasbar di Istanbul




La Repubblica di Turchia è uno Stato collocato alla propaggine più occidentale del continente asiatico il cui territorio comprende anche l'estrema parte orientale della Tracia, in Europa. Ciò ne fa un connubio di culture e tradizioni, che nei secoli scorsi trovarono massima espressione nell’impero Ottomano. La Turchia confina a nord-ovest con la Grecia e la Bulgaria, a nord-est con la Georgia, ad est con l'Armenia, l'Azerbaijan e l'Iran, a sud-est con l'Iraq e a sud con la Siria. Nell'ultimo censimento (2007) è risultata avere oltre 70 milioni di abitanti, professanti per lo più la religione musulmana, anche se sono presenti piccole minoranze cristiane ed ebraiche; l'impronta statale tuttavia è rigidamente laica, come propugnato dal fondatore Ataturk. La capitale politica è Ankara, che insieme a Smirne e İstanbul raggruppa il maggior numero di abitanti; è proprio Istanbul (la vecchia Constantinopoli) la più grande metropoli del paese, nonché il maggior centro culturale, industriale e commerciale: con una popolazione di oltre 12 milioni di abitanti è il centro municipale (inteso come città vera e propria) più popolosa in Europa, e la terza nel mondo. L’area urbana di Istanbul si estende su entrambe le sponde del Bosforo, che è lo stretto che divide l'Europa dall'Asia e unisce il Mar Nero al Mar di Marmara. La città si trova su una faglia sismica che la rende a elevato rischio di terremoti, come del resto tutta la Turchia, che nel 1999 venne investita da un sisma che causò oltre 15.000 morti; recenti studi ritengono probabile che un evento sismico di notevoli proporzioni possa colpire proprio Istanbul in un prossimo futuro.

Alla metà del 1700 un ingegnere francese convertitosi all’Islam, Davut Gercek Aga, introdusse le prime pompe a mano nel servizio di estinzione incendi, sostituendo l’antiquato metodo dei secchi e fontane, rivelatosi oltremodo inefficace con la crescita del tessuto urbano: il Gran Visir diede questi nuovi macchinari in dotazione al neonato corpo dei pompieri, inquadrati nei Giannizzeri, la guardia del Sultano. Nel 1868 i pompieri vennero posti sotto l’autorità municipale, e vennero create unità su base di quartiere, dotate di fortissimo spirito di appartenenza, i cui membri, in squadre di 22 persone, erano detti “tulumbaci”: giovani operai ed impiegati, celibi ed in buona forma fisica, pronti a scattare al suono dell’allarme. Negli anni ’20 questi pittoreschi pompieri vennero sostituiti dagli attuali professionisti. Il Dipartimento dei vigili del fuoco della Municipalità Metropolitana di Istanbul, gli Itfayesi, è composto da 4.495 vigili del fuoco e 1.089 volontari, suddivisi in 65 stazioni; operano su 486 veicoli di varia natura, compreso anche qui il servizio di ambulanza. Nel 2007 ci sono stati 36.245 interventi, di cui 25.319 correlati al fuoco ed al soccorso di persone, e 981 incidenti stradali.

Il casco in collezione, marcato Kasbar Emniyet Sapkalari ( “Kasbar - copricapi per le forze dell’ordine”), è in plastica di colore rosso, con ampia visiera in metacrilato e paracollo posteriore in similpelle. Ricalca pedestremente il mitico Mispa italiano, nella forma e nelle dimensioni; a differenza di questo ha un guscio più sottile, ed un interno povero e scomodo, più simile ad un casco da cantiere che ad un elmo da vigile del fuoco. Sulla fronte porta fissato il simbolo metallico color oro dei pompieri turchi, una corona di foglie di quercia a circondare un casco, una scala, un’ascia e una fune, gli "attrezzi di lavoro"; in cima a tutto campeggia la mezzaluna con la stella, il simbolo internazionalmente riconosciuto per la fede islamica e presente anche sulla bandiera turca. In tempi recenti i caschi utilizzati sono di derivazione austriaca (Rosenbauer Heros) e tedesca (Draeger, Casco), anche se il vecchio casco a mio avviso conserva un fascino completamente diverso.

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