Lo Stato di Singapore è conformato come un arcipelago di isole
di fronte alla Malesia, è una ex colonia britannica. La sua popolazione, di
circa cinque milioni di persone, è frutto di una perfetta convivenza delle tre
principali etnie presenti, la cinese, la malese e l’indiana, che rappresentano
le tre anime del popolo di Singapore insieme a una piccola percentuale di
europei ed americani. L’atmosfera del centro, sede dell’alta finanza e dei
centri commerciali non rende veramente l’idea di questo connubio di popoli; è
decisamente asettica e comunica lo stesso calore di un bicchiere appena
estratto dallo sterilizzatore del dentista. E’ vero ciò che si racconta, vale a
dire che quando il Governo di Singapore si rese conto che i teppistelli
bloccavano le scale mobili dei grandi Mall commerciali usando la gomma da
masticare, molto pragmaticamente e semplicemente vietò di commerciare sul
territorio di tutta la Repubblica le gomme da masticare; da allora non si
trovano chewing gum a Singapore. La pena, detentiva, e ripeto detentiva, per
chi lorda il perfetto nitore delle strade è estremamente severa, oltre a multe
salatissime prevede il soggiorno di qualche ora in guardina fino a pene corporali. Basta però
prendere un taxi e farsi portare in uno qualunque dei quartieri etnici per
trovarsi immersi in una città animata, pulsante, ricca di atmosfere e profumi,
agli antipodi rispetto all’altra Singapore.
I pompieri della Città – Stato, dopo i vecchi Bullard
utilizzati fino agli anni ’80, sono passati al favoloso CGF Gallet F1 nei
colori arancione per i vigili e bianco per gli ufficiali con singolare
paracollo in nomex giallo. Quando si sono trovati a cercare un degno successore
del glorioso casco hanno allargato le vedute adottando, a fianco della nuova
versione dell’F1, la SF di marca MSA, anche l’omologo italiano Sicor ritratto
nelle foto, molto recentemente acquisito in collezione dopo aver lungamente
cercato di ottenere il suo predecessore senza riuscirci. Una branca della SCDF
infatti si occupa della fornitura e della manutenzione di apparecchi, impianti
e attrezzature antincendio, tra i quali anche l’abbigliamento per i Vigili del Fuoco,
dando lavoro a chi, per sopraggiunti limiti di età o perché infortunatosi
durante il suo pericoloso lavoro, non fa più parte dei ruoli operativi del
Corpo. Dalla metà degli anni 2000 ha acquisito la rappresentanza per l’Oriente
della ditta italiana Sicor, produttrice dell’ottimo VFR, qui coniugato nella
variante speciale creata per i pompieri di Singapore. E’ infatti
contraddistinto dalle leve laterali, posizionate ai lati della calotta in
sommità alla parte in cui, nella versione “classica”, troviamo le
predisposizioni per gli attacchi lampada e maschera dell’autoprotettore: queste
leve permettono il sollevamento e l’abbassamento della visiera da taglio
trasparente, che nel soccorso viene utilizzata per riparare l’operatore dagli
schizzi in caso di intervento con fuoriuscita di liquidi biologici. Chi usa la
versione “occidentale” lamenta, tra i pochi difetti di questo per il resto
ottimo casco, proprio il fatto che se si indossano guanti sporchi di sangue e
si deve abbassare la visiera interna, ci si trova a poca distanza da una
possibile fonte di contaminazione. I pompieri di Singapore, che qui rivestono
anche il ruolo di soccorritori sanitari e alternano le uscite sui camion a
quelle sulle ambulanze, hanno risolto la questione molto semplicemente:
facendosi fare una versione speciale del casco: prendere o lasciare.
Nelle fotografie troviamo ritratte reclute dell’Accademia di
formazione agli ordini di un Tenente del gentil sesso con un bel casco bianco,
in alto, mentre nella seconda si vede l’automezzo veloce “Rhino” con impianto
di erogazione di schiuma e pellicolante tipo F500, con uno snello equipaggio di
quattro Vigili, idoneo ad operare nelle strette stradine del centro e nel
congestionato traffico delle ore di punta, quando il rischio di un grosso
camion è rimanere bloccato e perdere minuti preziosi.
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