venerdì 5 novembre 2010

Il casco giapponese Sashiko di Tokyo





Il Giappone (日本/日本国 Nihon o Nippon, ufficialmente Nihon-koku o Nippon-koku), è uno Stato dell'Asia orientale che si ditribuisce su un arcipelago composto da più di 6800 isole. Situato nell'Oceano Pacifico, si trova ad est di Mar del Giappone, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Russia. Il nome del Giappone significa "origine del sole", ed è questo il motivo per cui è spesso identificato come il Paese del Sol levante. Molte isole sono montagne, alcune di origine vulcanica: per esempio, la vetta più alta del Giappone, il Monte Fuji è un vulcano attivo; questo dà il segno dell’intensa attività anche tellurica del territorio, frequente vittima di terremoti di potenza devastante che in virtù della elevata tecnologia costruttiva spesso si risolvono con danni limitati. Con una popolazione di circa 128 milioni di individui, il Giappone risulta essere la decima nazione più popolosa al mondo, e la Grande Area di Tōkyō, che include la città di Tōkyō e numerose prefetture confinanti, è di fatto la più grande area metropolitana del mondo, con oltre 30 milioni di residenti. Tra le grandi potenze, il Giappone ha la seconda maggiore economia per prodotto interno lordo e la terza maggiore per potere d'acquisto. Il Giappone è un paese sviluppato con uno standard di vita molto elevato, la maggiore aspettativa di vita al mondo e il tasso di mortalità infantile è il terzo più basso; il contrasto è stridente con lo Swaziland appena descritto, che in merito a questi dati si colloca agli antipodi.

Il Tokyo Fire Department, il più grande al mondo, è composto da 17.967 componenti, di cui 430 addetti ai servizi logistici e di amministrazione. Si distribuiscono su 3 divisioni e 10 distretti, a cui fanno capo 80 caserme e 206 distaccamenti. I suoi membri hanno a disposizione 1.885 mezzi di intervento e supporto. Nel 2008 ha risposto a 5,762 incendi, 22,139 soccorsi, 6,360 interventi NBCR, ed il numero mostruoso di 653,260 emergenze sanitarie, cui provvede con proprio personale e 229 mezzi dedicati, sia di base che medicalizzati. Ci sono anche 9 barche, che agiscono sul mare e sul fiume, oltre all’unico elicottero antincendio al mondo con getto orizzontale in grado di agire ai piani alti dei grattacieli non altrimenti raggiungibili con mezzi terrestri. Un'altra particolarità dei pompieri di Tokyo sono le unità A-One: queste rappresentano una vera élite del Corpo, e sono duramente e continuamente addestrate ad affrontare situazioni particolari, unendo le caratteristiche speleo-alpino-fluviali dei nosti SAF alle competenze NBCR, alle tecniche di spegnimento, soccorso e demolizione controllata per l'estinzione precoce e tempestiva in tutte le condizioni ed in ogni ambiente, praticamente dei top-gun dei pompieri; si trova una di queste unità presso ognuna delle 80 caserme principali della Prefettura.

Il “Kabuto”, che in giapponese vuole appunto dire “casco” del tipo “Sashiko” come quello qui raffigurato, è antesignano del moderno casco visto nell’altro post a riguardo, quello sul casco moderno di Tokyo. E’ sicuramente uno dei più singolari e a mio avviso interessanti, realizzato com’è in bambù intrecciato e rivestito di spesso cotone ritorto. Questa composizione lo rendeva oltre che assai adatto ad assorbire gli urti, stante la resistenza e la flessibilità di questo vegetale, anche perfettamente in grado di resistere alle alte temperature dell’incendio, in virtù del fatto che nell’intervento il casco come anche la divisa del pompiere, venivano intrisi di acqua che evaporando abbatteva la temperatura a cui era sottoposto il vigile in azione. In uso negli anni dal principio del secolo fino al primo dopoguerra, l’esemplare in mio possesso appartiene al Corpo della città di Tokyo ed è stato utilizzato nel periodo della seconda guerra mondiale: dà da pensare il fatto che caschi come questo erano in testa ai colleghi che hanno operato nello sfacelo di Hiroshima e Nagasaki... Negli anni seguenti lo stesso casco è stato prodotto con un’anima di metallo sempre rivestita di cotone, mentre nel periodo precedente, dalla metà ottocento al principio del XX secolo il pompiere si proteggeva con una spessa cuffia, di fattura simile e dotata di protezione per il collo ed il viso, ma priva dell’anima interna semirigida in giunco. Questa tipologia di tessitura della divisa da pompiere in cotone su molteplici strati ritorti e compressi in acqua era detta "hikeshi sashiko hanten" in giapponese, e risale al periodo Edo (1603-1867), così denominato dal nome della capitale dello shogun Takegawa, la città di Edo appunto, che venne ribattezzata Tokyo solo nel 1869. Il casco si completa di un confortevole interno, e lacci sempre in cotone per cingere la testa del suo utilizzatore e mantenerlo ben fermo e in posizione durante l’azione ed il salvataggio. Porta sul frontale il fregio del dipartimento, sulla circonferenza una banda e in sommità un motivo di foglie metalliche, entrambi destinati a protezione supplementare del tessuto, soggetto ad usura e conseguente consunzione e strappi.

L’ultima foto in basso, per cui ringrazio l’amico Hionkook, ritrae pompieri giapponesi all’atto della rassegna da parte di un alto ufficiale delle forze americane di occupazione nell’immediato dopoguerra.

Il sito del Tokyo Fire Department (in inglese)

A questo indirizzo si trova l'ottima descrizione del lavoro del pompiere a Tokyo negli anni in cui si colloca il casco in collezione, veramente interessante:

Il tetto si è bruciato, posso vedere la luna...

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