lunedì 21 luglio 2008

Il casco inglese Gallet F1 di Gibilterra






Gibilterra è un territorio d’oltremare del Regno Unito, ed amministrativamente si trova sotto la giurisdizione della Corona britannica; è situata sulla costa meridionale della Spagna, in posizione strategica sullo Stretto omonimo che collega l’Oceano Atlantico ed il mar Mediterraneo. Il suo territorio, prevalentemente composto di pianura costiera a circondare la Rocca, alta circa 400 metri s.l.m., è di soli 6,5 chilometri quadrati abitati da poco meno di 28.000 persone. Sul suo territorio vive l’ultima colonia di scimmie europee allo stato libero: secondo la credenza popolare il Regno Unito manterrebbe il possesso di Gibilterra finché qui saranno presenti i macachi: noto è il ripopolamento con esemplari provenienti da Marocco ed Algeria ordinato nel 1942 da Winston Churchill per onorare questa tradizione.

La minuscola Fire Brigade di Gibilterra, fondata nel 1976, opera in una unica caserma situata nel centro della città, da cui con un percorso massimo di sette minuti può raggiungere l’intero territorio che si trova sotto la sua giurisdizione, eccetto alcune aree di pertinenza del Ministero della Difesa. Vi operano tre turni di 24 ore composti di un ufficiale di servizio, 2 sottufficiali, 2 vigili scelti e 15 pompieri, personale sufficiente ad operare con tre mezzi di partenza ed un’ambulanza, anche se il servizio di emergenza sanitaria principale viene svolta dalla St. John Ambulance service; l’operatore telefonico è unico per i soccorsi tecnico e sanitario, ed è dislocato presso il centralino dei pompieri. La missione della Gibraltar City Fire Brigade è quella di combattere il fuoco, prevenirlo, eliminare i rischi di incendio, portare soccorso e prestare la sua opera nelle eventuali calamità che dovessero occorrere ovunque in Gibilterra: nel 2000 ha risposto a 1.548 chiamate di soccorso. La Fire Brigade è autosufficiente per ciò che riguarda gli interventi, la manutenzione dei mezzi, la camera fumo per testare gli autoprotettori e chi li utilizza; tuttavia, come fanno anche altre isole minori della Gran Bretagna (come ad esempio le isole del Canale Jersey e Guernesey e le isole Falklands), opera in concerto con la madrepatria per l’addestramento di base e specialistico: dal 2001 le reclute si formano all’accademia di Moreton-in-Marsh, e le tecniche avanzate vengono studiate in strutture sparse per tutta la Gran Bretagna ed Europa, mentre per le tecniche SAF (il territorio è composto di spaventose falesie a picco sul Mediterraneo), il nuoto in acque aperte e l’emergenza sanitaria l’addestramento è svolto in loco. La struttura gerarchica prevede che il singolo vigile possa ambire a diventare l’ufficiale più alto in grado, a fine carriera. I mezzi in dotazione prendono necessariamente le dimensioni dei ristretti spazi in cui si trovano ad operare, particolarmente nella Città Vecchia: vi sono quindi APS su base Transit, autoscala 24 metri, carro autoprotettori montato su furgone, autobotte “mignon”.

Di tutti gli elmetti in collezione il Gallet F1 giallo di Gibilterra è uno dei più “vissuti”. Proviene dall’amico spagnolo Portu e porta i segni del suo passato operativo, oltre che della salsedine visibile particolarmente sulla placca argentata; questa riporta l’adesivo tondo della Gibraltar Fire Brigade a raffigurare la Rocca, suo simbolo, con una chiave pendente dalla porta centrale accompagnata dal cartiglio Gibraltar, ed è racchiusa nella classica stella ad otto punte. Questa stella caratterizza tutti gli emblemi dei Vigili del Fuoco inglesi, e si ritrova anche nel simbolo dei Brandforsvar danesi. Il significato è profondo, e deriva dalla Stella di San Giovanni, originata dalla Croce dell’Ordine di Malta, emblema degli omonimi Cavalieri, risalente al tempo delle crociate; questa rappresenta le otto virtù cavalleresche di Cortesia, Perseveranza, Coraggio, Lealtà, Destrezza, Schiettezza, Spirito d’osservazione ed Empatia, viste come le virtù tipiche anche dei Vigili del Fuoco e per questo motivo originariamente scelte come emblema del Fire Service e mantenute sino ad oggi.
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giovedì 10 luglio 2008

Il casco neozelandese Pacific F7 di Auckland






La Nuova Zelanda è uno stato dell'Oceania posto nel Pacifico meridionale con circa 4.200.000 abitanti, ed è formata da due isole principali: l'Isola del Nord in cui si trova la capitale Wellington e la maggior città per popolazione, che è Auckland, e l'Isola del Sud in cui si trova la città di Christchurch; vi sono inoltre numerose isole minori. Il Mare di Tasman la separa dal continente australiano situato circa 2000 km a nord-ovest. Ex colonia inglese, nel 1907 ha acquisito la sua indipendenza mantenendo forti identità con l’ex madrepatria, tanto che la Regina Elisabetta è ancora a capo di questa monarchia parlamentare. La popolazione nativa è costituta dall’etnia Maori, di ceppo polinesiano, fortemente identitaria e tenace custode delle radici, caratteristiche che non l’hanno mai fatta integrare completamente con i colonizzatori inglesi e scozzesi, pur senza la componente tragica che invece ha caratterizzato la storia dei vicini aborigeni australiani. Il paesaggio è di una bellezza incomparabile, con una natura selvaggia, foreste pluviali e montagne frastagliate.

Il New Zealand Fire Service copre il territorio della Nuova Zelanda, che è suddivisa in 348 distretti urbani con 436 stazioni in cui operano 1.680 vigili ed ufficiali permanenti e circa 8.000 volontari; i pompieri neozelandesi sono dotati di circa 120 mezzi di svariate tipologie che vanno dai classici APS e scale ai mezzi HazMat (NBCR), autobotti, carri fiamma, mezzi SAF, a cui sono attribuiti il colori rosso per i mezzi d’urgenza (la “Red fleet”, flotta rossa); sono affiancati da circa 50 mezzi di supporto e servizio il cui colore è bianco (la “White fleet”). La stazione più attiva è quella di Auckland City, con più di 7.000 interventi nel 2005, seguita da Christchurch con oltre 4.000 e Wellington con oltre 3.000. Auckland city è la maggiore delle 28 stazioni permanenti di Auckland, appartiene al Central Fire District ed ha 5 mezzi in partenza con 10 vigili e graduati per turno, alloggiati in una splendida caserma storica in stile art déco. Auckland City opera a difesa di edifici residenziali, commerciali ed industriali comprendenti grattacieli (tra cui lo Sky Tower alto 320 metri, il più alto dell’emisfero sud), università, ospedali, banche ed alberghi, vista la recente vocazione turistica del Paese, sull’onda del successo della trilogia cinematografica del “Signore degli Anelli” girato negli splendidi landscapes locali.

I pompieri neozelandesi utilizzano principalmente il casco autoctono Pacific F3, analizzato nel post su Hong Kong; recentemente hanno sperimentato il modello F7, sviluppato dalla Pacific sul modello europeo, con calotta integrale, visiera riflettente a scomparsa, interno di tipo “ratchet” a regolazione rapida molto comodo ed avvolgente, nei colori rosso per il Trainee firefighter, giallo per i vigili e qualificati, bianco per gli ufficiali e nero per il Comandante nazionale. Il casco in collezione riporta le mostreggiature del Firefighter, ed ha un utile portalampada integrato nella calotta. Il fregio è quello del Fire Service, con corona di felci, stella ad otto punte riportante un casco con asce incrociate, ed in sommità la Corona britannica.
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mercoledì 2 luglio 2008

Il casco americano Cairns N5A di New York









New York è la maggiore città degli Stati Uniti d'America, situata nell'omonimo stato che ha per capitale Albany. La sola città di New York conta oltre 8 milioni di abitanti distribuiti su un'area di 786 km² divisa amministrativamente nei 5 "distretti" o "circoscrizioni" (boroughs), mentre l’intera area metropolitana assomma a circa 21 milioni di abitanti compresi in tre stati (New York, New Jersey e Connecticut), una delle più popolose al mondo. Dei cinque distretti solamente uno, il Bronx, si trova sul continente vero e proprio, mentre Brooklyn e Queens occupano l'estremità occidentale dell'isola di Long Island, e Staten Island e Manhattan occupano le due isole omonime; quest’ultima è il centro culturale, amministrativo e degli affari, oltre ad essere la zona più densamente popolata della città ed ospitare gran parte dei luoghi e degli edifici che caratterizzano maggiormente la Grande Mela, tra cui quasi tutti i maggiori grattacieli newyorkesi. Esistono anche numerose isole più piccole, come Ellis Island, l'isola su cui un tempo sbarcavano le navi di emigranti provenienti dall'Europa, e dove questi venivano tenuti in quarantena per un certo periodo prima di essere ammessi all'ingresso negli Stati Uniti, o Liberty Island, l'isola dove è collocata la Statua della Libertà.

Il Fire Department of New York City (FDNY) garantisce la protezione dei cittadini e delle proprietà dall’aggressione del fuoco, provvede al soccorso sanitario e tecnico e gestisce la pronta risposta alle emergenze NBCR, grazie all’opera di circa 11.400 pompieri e 2.500 paramedici. Opera in una variegata tipologia di paesaggio urbano, comprendente edifici che vanno dalla villetta unifamiliare in legno al grattacielo di centinaia di metri, dal negozio di alimentari all’industria o al magazzino intensivo oltre a parchi immensi, metropolitane, tunnel, sopraelevate, ed il maggior sistema di autostrade urbane al mondo.
Vi sono tre tipologie principali di partenze, e ognuna di esse è contraddistinta dal colore della placca frontale, che riporta la numerazione del distaccamento a cui il vigile è assegnato oltre al suo numero di matricola: i “Fire Engine” sono deputati all’allestimento delle linee d’acqua, e sono camion composti di una vasca d’acqua da 500 galloni, una motopompa per conferire pressione e svariate decine di metri di manichette; il colore della placca è nero. Troviamo poi le “Ladder”, le scale, i cui equipaggi sono deputati all’accesso nella costruzione, al garantire l’adeguata ventilazione, e all’esecuzione delle procedure di ricerca e salvataggio, utilizzando una serie di attrezzi adatti ad entrare nella scena dell’incidente (da cui la denominazione alternativa di “hook and ladder”, uncino e scala), oltre alla eventuale disincarcerazione di vittime intrappolate e loro evacuazione; la placca del loro elmo è rossa. In ultimo i “Rescue” sono equipaggi di soccorso e salvataggio e rappresentano l’elite del Dipartimento: sull’elmo hanno placca blu; la Rescue 1 copre il territorio di Manhattan, la Rescue 2 quello di Brooklyn, la Rescue 3 il Bronx, la Rescue 4 il Queens mentre alla Rescue 5 è affidata Staten Island. Le compagnie di Rescue svolgono i lavori più duri e “rognosi”, forti del loro addestramento e dei mezzi che hanno a disposizione, stipati dentro i grossi camion “rig” anche detti “enormi cassette degli attrezzi”, che hanno in caricamento tra gli altri estricatori, demolitori, termocamere, lance termiche, cesoie idrauliche, cuscini pneumatici (tipo i Wetter) un gommone sul tetto ed equipaggiamento subacqueo, oltre all’attrezzatura SAF, loro specialità. Le "Squad" sono chiamate a supporto delle altre, essendo composte di personale multifunzione addestrato a coprire esigenze multiple, la loro placca è gialla; i team HM, Hazardous Materials, si occupano delle emergenze NBCR, con placca blu e le lettere HM ai lati dell'indicazione della caserma di appartenenza; ci sono anche tre “Fireboats”, mezzi navali antincendio portuali, i cui equipaggi hanno placche frontali verdi, le più rare da vedere. I giovani pompieri in addestramento quando superano la prima fase e passano al servizio operativo vengono dotati di caschi con placca arancione e la scritta "probie", probationary, che significa appunto "in prova". (Grazie Claudio per la precisazione sulle squad...). Nella penultima foto in basso l'amico David, che ringrazio molto per la preziosa foto, in visita alla FDNY Academy ha fotografato la cornice che contiene tutti i tipi di placche che si trovano sui caschi dei pompieri di New York, e nel corso del suo viaggio a New York ha anche fotografato il Rescue 1 Rig che si trova in ultima posizione. Su questo sito si trovano le risposte ad alcune domande più frequenti sul FDNY: veramente interessante.

La storia del famoso casco da pompiere americano ha origine nel 1731 quando un certo Jacobus Turck, curatore dei mezzi del Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York creò un cappello a tuba in cuoio, sullo stile Abramo Lincoln, da usarsi da parte dei pompieri. Precedentemente i cappelli da pompiere erano fabbricati con materiali molto vari quali lana, feltro, cartapesta o stoffa oleata, ma nessuno di questi era efficace quanto il cuoio, tanto che dal 1762 a tutti i membri del Dipartimento venne imposto di indossare cappelli protettivi in cuoio mentre erano in servizio. Il disegno del casco (detto appunto New Yorker) con questa forma caratteristica è opera del pompiere volontario del New York Fire Department Henry Gratacap, che visto il successo creò la sua fabbrica di elmi nel 1836, per diventare dopo breve la famosa Cairns and Brothers: da allora è rimasto sostanzialmente immutato. Il casco in collezione è il classico, intramontabile modello N5A in cuoio, fabbricato nel 1992; porta la meravigliosa placca del Rescue 1, fondato l’otto marzo del 1912, la prima compagnia di questo tipo negli Stati Uniti. La costruzione di questo tipo di caschi è frutto di una procedura estremamente complessa che giustifica l’alto costo di questi esemplari, tutti interamente realizzati a mano da artigiani esperti con decine di passaggi dalla pezza di cuoio iniziale fino all’elmo finito; nel 2000 la Cairns è stata acquisita dalla MSA, (Mine Safety Appliance Co) vera egemone nel campo della sicurezza, similarmente a quanto fatto con la francese CGF Gallet.

I membri del Dipartimento, già considerati enormemente in virtù della loro opera, sono assurti al rango di eroi dopo i tragici fatti dell’11 settembre del 2001, quando due aerei di linea si schiantarono sulle Torri Gemelle facendole incendiare e successivamente collassare: 343 pompieri e paramedici del FDNY immolarono la loro vita spesso sapendo che la andavano a perdere. Bisogna considerare che in configurazione operativa un pompiere porta addosso circa 40 chilogrammi di materiale tra equipaggiamento, autoprotettore ed attrezzi da intervento; durante un incendio gli ascensori non possono essere usati, a meno che essi siano espressamente progettati per il soccorso, cosa che in effetti è prevista in tutti i maggiori grattacieli, ma che in quel caso non fu possibile utilizzare: l’impatto degli aerei infatti aveva letteralmente “tagliato in due” gli edifici, troncando quindi anche le torri degli ascensori di soccorso. Si crearono quindi, sulle scale ancora utilizzabili, due flussi contrapposti: quello degli occupanti che scendevano terrorizzati, e quello dei soccorritori che, a piedi, ansimanti, con l’angoscia nel cuore, cercavano di raggiungere i piani incendiati. A volte gli sguardi si incrociavano, e alla domanda “ma perché state salendo?” seguiva, laconica, la risposta “because it’s my work” “perché è il mio lavoro”….

Video che descrive il procedimento costruttivo di questo casco, molto istruttivo
How it's made, come viene realizzato

E qui si trova il riferimento esterno alla foto in terz'ultima posizione, che ritrae un pompiere del FDNY mentre osserva i resti della struttura metallica del World Trade Center distrutto, realizzata dal servizio documentale della Marina americana:
http://www.navy.mil/view_single.asp?id=1465
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