giovedì 9 aprile 2009

Il casco sudcoreano SsanCheong di Seoul





La penisola coreana è divisa fra la Corea del Nord e del Sud, quest’ultima nota come Repubblica di Corea, che occupa la metà meridionale della penisola coreana, ha un territorio che comprende quasi 100.000 km² e circa 49 milioni di abitanti. Le due Coree, nazioni diversissime e a lungo ostili - la prima è comunista e filocinese, la seconda è capitalista e filoamericana-, dopo essere stati per decenni in stato di guerra hanno firmato uno storico accordo di pace il 4 ottobre 2007. Nonostante le divisioni politiche, la Corea può considerarsi un paese singolo, ed il miglior paragone può essere quello con la Germania Est e la Germania Ovest prima della loro riunificazione. Seoul, è la capitale della Corea del Sud: situata a nordovest, poco più a sud della Zona Demilitarizzata Coreana lungo il fiume Han, la città è centro politico, culturale, sociale ed economico del paese. L’area urbana di Seoul conta più di 10 milioni di abitanti, al ventiduesimo posto nella classifica delle città più popolose. Considerando anche i sobborghi, tra cui il maggiore porto Incheon e il più grande centro residenziale Seongnam, in questo caso si arriva fino a 21 milioni di abitanti. Uno speciale statuto pone l’amministrazione municipale di Seoul sotto il diretto controllo del Governo, come avviene per Città del Messico. Seoul è divisa in 25 gu (distretti), suddivisi in 522 dong (circoscrizioni), suddivisi in 13.787 tong (quartieri), ulteriormente frazionati in 102.796 ban (isolati).

Ci sono 29.362 Vigili del Fuoco professionisti in Sud Corea, oltre a 2.292 pompieri militari di leva: nella sola città di Seoul si trovano 22 caserme, che raggruppano più di 5.500 pompieri: di questi 111 sono impiegati nei servizi di salvataggio (Rescue troops); ci sono la bellezza di 25 elicotteri antincendio ed una nave in servizio portuale fluviale. In Sud Corea esiste inoltre una enorme componente volontaria, che assomma ad 88.924 persone, che fanno sì che quasi in ogni città e paese sia presente un nucleo di pronta risposta; il loro addestramento ed equipaggiamento tuttavia è carente, e a volte il loro intervento è simbolico. Possono essere iscritti nei ruoli volontari solo uomini e donne che non abbiano un impiego con orari fissi: per questo motivo la maggior parte di loro sono contadini e negozianti, e per le donne soprattutto casalinghe.

Il casco in collezione è un SsanCheong in dotazione ai servizi di salvataggio, le Rescue Troops, nel colore verde con scritte e catarifrangenti gialli; sulla fronte reca il simbolo dei servizi di emergenza, e sul fianco il numero 119 che è la chiamata del numero di soccorso. E’ compatto ed avvolgente, ha la possibilità di applicare occhiali protettivi e sul retro ha un grande paranuca alluminizzato; l’interno è molto confortevole e sicuro. Ricorda nella forma un casco da motociclista e costituisce, per il prode pompiere coreano, l’alternativa al casco antincendio che è sempre fabbricato dalla SsanCheong, in foggia americana con visiera trasparente ed enorme paracollo protettivo; è nei colori giallo per vigili e qualificati e bianco per i graduati. L’amico Hionkook mi ha procurato questo meraviglioso e raro casco, la cui provenienza è frutto dell’amicizia di questo pompiere così lontano, papà di due meravigliosi bambini.

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